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A cura di Giancarlo Perlo

I lungo viaggio dei "Pastéis de Belém"

L'anno scorso, di passaggio per Lisbona, lungo la strada per il "Mosteiro dos Jerónimos", ho fatto sosta alla "Antiga confeitaria de Belém". Si tratta di una specie di pellegrinaggio, che condivido con molti altri turisti e viaggiatori. Per chi non lo sapesse la "Antiga confeitaria de Belém" è universalmente famosa per i suoi "Pastéis de Belém" (detti anche impropriamente "Pastéis de Nata", benché la ricetta originaria non contenga panna).

I "Pastéis de Belém" sono tortine dolci a base di uova che vengono mangiate calde, magari accompagnate da un buon caffè. La mia descrizione non rende giustizia alla bontà di questi dolcetti: per chi li ha mangiati una volta, diventano una specie di droga ed è impossibile passare per Lisbona senza volerli riassaggiare. Anche la storia dei "Pastéis de Belém" è interessante. Pare siano stati inventati agli inizi dell'800 dai monaci del "Mosteiro dos Jerónimos" e venduti ai viaggiatori di passaggio per finanziare il monastero. All'inizio il negozio si trovava nelle immediate adiacenze del monastero stesso, ma già nel 1837 venne aperta la "Confeitaria de Belém" negli stessi locali dove opera ancora oggi.

I "pasteis" originali vengono prodotti dai maestri pasticceri della "Oficina do Segredo": il nome stesso è tutto un programma! Si tratta infatti della fabbrica ufficiale che custodisce la ricetta originale dei "pasteis". Pare che i pasticceri firmino un contratto che li impegna a non divulgare la ricetta segreta.

Naturalmente, come accade con tutti i segreti che si rispettano, molti hanno tentato di scoprire e di imitare la ricetta dei "pasteis". Si dice che anni fa ci abbia provato anche un fantomatico "Laboratorio Gastronomico" dell'Università di Milano. Si racconta (ma potrebbe trattarsi di una leggenda metropolitana, dal momento che non sono riuscito a trovare nessuna conferma di questo) che i ricercatori erano riusciti a riprodurre i "pasteis" in modo che risultassero del tutto indistinguibili dagli originali. Ma a quanto pare la relazione sull'esperimento non è mai stata pubblicata e anzi è stata prontamente ritirata dalla circolazione, pare su pressione di "misteriosi" inviati della "Oficina do Segredo" di Lisbona. Giusto per rimanere in tema di ricette, ci sono davvero tutti gli ingredienti per una spy-story in piena regola!

Comunque, sebbene la ricetta originale rimanga segretissima, innumerevoli sono le imitazioni dei pasteis, venduti praticamente in ogni angolo di Lisbona e anche nel resto del Portogallo. Siccome però il nome originale "pasteis de Belém" è brevettato e può essere usato solo dalla "Antiga confeitaria de Belém", queste imitazioni vengono generalmente denominate "pasteis de nata", sebbene, come abbiamo detto, non contengano di solito panna. La loro qualità è variabile... anche se i veri intenditori dicono che sono sempre e inevitabilmente molto inferiori all'originale.

Questa in breve è la storia dei pasteis, che hanno finito per diventare uno dei simboli di Lisbona. Immaginate ora la mia sorpresa quando, durante le vacanze di Natale, trovandomi a passare per Macao mi sono imbattuto... nella versione cinese dei "pasteis de Belém". Il nome locale è "dan tat" ( 蛋挞 ) , ma il loro aspetto, per lo meno esteriormente, è del tutto identico a quello dei pasteis. Quanto al sapore.. beh, onestamente posso dire che sono abbastanza somiglianti, anche se il sapore delle uova è molto più marcato e alla lunga un po' pesante. Ma al di là delle considerazioni gastronomiche, a me sembra evidente che la ricetta dei pasteis (o meglio, una sua imitazione) abbia viaggiato dal Portogallo fino alla lontana ex-colonia di Macao in Cina, magari portata qui da qualche marinaio che sentiva la nostalgia di casa. E pare che i pasteis abbiano messo radici nel sud della Cina, dove vengono ormai considerati una specialità locale.

Mi sono un po' documentato e pare che i "pasteis" ( o qualcosa di simile) siano abbastanza diffusi anche in Brasile e nelle ex-colonie portoghesi in Africa. Per quanto mi riguarda non ricordo di averli mai visti nei miei viaggi in Brasile, Capo Verde, Mozambico e Sao Tomé, ma chiaramente è possibile che mi siano sfuggiti. Qualcuno dei nostri lettori potrebbe cortesemente segnalarmi l'avvistamento dei "pasteis de Belém" in qualche angolo del pianeta?

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