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A cura di Marco Gasparri

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IL CELIO

Inizialmente chiamato Mons Querquetulanus, cioè monte delle querce, uno dei sette colli è da tutti più comunemente ricordato come Celio, nome tradizionalmente dovuto a Caelius Vibenna che aiutò Servio Tullio, sesto re di Roma, ad occupare la città. Dalla tarda età repubblicana la parte alta della collina fu sede di grandi ville, fra tutte ricordiamo quella di Domizia Lucilla Minore, dove nacque Marco Aurelio.

Via Caelimontana ne percorreva tutta la dorsale spingendosi fino a Porta Maggiore; l’asse era seguito anche dai quattro acquedotti che percorrevano il Celio; i primi tre sotterranei, l'ultimo su archi portava l'acqua alla Domus Aurea. Durante il Medioevo e il Rinascimento il colle si spopolò, molto probabilmente perchè l'antica via aveva cessato il suo importante ruolo di collegamento.

Nel VI secolo la costruzione del Patriarcato, diede luogo alla creazione di diversi “Tituli”, antichi luoghi di culto cristiani, e “Xenodochia”, centri di assistenza e accoglienza per pellegrini e ammalati. Attualmente il Celio comprende l'omonimo rione, nato nel 1922 e prosegue in quell’antica tradizione assistenziale, con la presenza tra gli altri dell'ospedale militare, dell’ospizio dell’addolorata, dell’ospedale britannico e del sanatorio Umberto I.  Ma è certamente il colosseo, simbolo dell’eternità e di Roma, ad esserne il simbolo e quindi anche il punto di partenza di questo secondo itinerario.

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