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Non esiste una lingua brasiliana: c'è una lingua portoghese parlata in Brasile
Non esiste una lingua brasiliana; c'è una lingua portoghese parlata in Brasile diversa da quella parlata in Portogallo, pur rispettando la stessa grammatica. Esistono differenze di definizione delle parole nella lingua parlata, nella lingua del popolo, tanto in Portogallo che in Brasile e nelle restanti nazioni lusofone. Ciò che qui si definisce come femminile di "bicho" (animale), là ha il significato di fila. "Fine della fila" (final da fila) è la coda dell'animale (rabo da bicha). "Pila" è il nome con cui i bambini chiamano l'organo sessuale maschile (nel Rio Grande del Sud è il denaro); "pipi", l'organo sessuale femminile (per noi, "xixi"); "picas", il bigliettaio dell'autobus (colui che fora i biglietti); "cacete" è il nostro pane francese (per la maggior parte della popolazione brasiliana, "picas" e "cacete" sono sinonimi di pene); "punheta" (qui, masturbazione maschile) là è un piatto di baccalà crudo, filettato a mano; "putos" che in gran parte del Brasile è il nome che si dà agli omosessuali, nel linguaggio del popolo portoghese sono i pre-adolescenti; "broche" (spilla) qui ornamento che le donne usano come gioiello, là è il sesso orale praticato dalla donna; "trombada" è quello fatto dall'uomo; e "desabrochar" (sbocciare), il culmine dell'orgasmo, mentre qui significa l'aprirsi di un fiore; "fita-cola" è il nostro "durex" (nastro adesivo), "durex" è il nome di un preservativo maschile.
Il vocabolo "pensar" (pensare), oltre all'accezione di riflettere,
ragionare, in Portogallo ha un significato popolare espressivo: "pensar"
è "applicare ad una ferita (la persona o animale che l'ha), il disinfettante,
le cure necessarie" ("Dizionario Pratico Illustrato" di Jayme
Séguier, pubblicazione della Casa Editrice Lello & Irmão,
Porto, Portogallo, 1947). "Penso" che qui si usa quasi esclusivamente
come forma verbale, là, oltre a ciò, è anche sostantivo
e, quindi, è il nostro disinfettante; "penso rapido" è
il cerotto e "penso igienico" è l'assorbente intimo, il tampone
vaginale
Dare il "penso" è dar da mangiare agli animali.
La nostra gomma da masticare, il volgarissimo "chiclete" (chewing-gum), là si chiama "pastiglia elastica" (pastilha elástica). "Cangalheiro" che qui è colui che guida i buoi, che conduce gli animali tra le stanghe del carro, là è un funzionario delle pompe funebri, colui che guida il carro funebre. "Estendal" è il nostro comune "varal", dove si asciuga il bucato. "Ficha" è "plugue", la nostra presa elettrica. "Estilingue" è la "fisga" (arpione); "apontador" è "apara-lapis" (temperamatite); il "mouse" è chiamato topo (rato); il topo, "tramelo"; i ritagli che avanzano quando si cuce si chiamano "gatti" (gatos); il "gato", "tareco", parola che serve anche per indicare un soggetto irrequieto, agitato. Qui, "capachinho" è un tappetino, di fibre grezze, che si mette davanti alla porta per la pulizia delle suole delle scarpe; là, è il nome popolare che si dà alla parrucca, alla capigliatura posticcia.
"Carocha" è un insetto, per noi sono le menzogne; "melgas" sono le zanzare, qui è un pesce che somiglia alla razza; la lucertola scura ha il nome di "sardanisca" (in Brasile è una donna svergognata); la lucertola bianca (quella che vive incollata alla pareti) si chiama "osga", parola di origine araba che in Brasile significa ripulsa, avversione e cattiva volontà. Inoltre, da questa lingua araba traggono origine più di mille parole usate sia in Portogallo che in Brasile, principalmente quelle che cominciano per "al". A questo proposito, "almeida" che in Brasile è cognome di famiglie illustri, in Portogallo è il netturbino (in arabo, al-maida significa guardia). "Alface" (dall'arabo al-khass) anche là è la lattuga, ma "alfacinha" è il nome che si dà al lisboeta, la persona che abita a Lisbona.
"Enchido" è la "linguiça" (salsiccia); "chouriço" non è quell'insaccato fatto con sanguinaccio, grasso e aromi, ma è il rotolo, pieno di sabbia, che si mette sotto la porta; come "chouriço" è conosciuto anche il nostro salamino; "piripiri" (in Brasile, una specie di pappagallino, conosciuto anche come periquito-urubu) là è il pepe molto forte; "pimento" è il "pimentão" (peperoncino); "ementa" il "cardapio" (menu); "cachorro" (cane) è il panino qui conosciuto come "cachorro-quente" (cane caldo = hot-dog), ma può anche essere la parte che sostiene i bordi dei tetti , i balconi ecc (l'animale è chiamato "cão"); "sandes", parola femminile e plurale, è il sandwich.
Modi di parlare del Portogallo II
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