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Home Lingue Quaderno di lingua portogheseDalla sartia... alla baderna (página em português)
A cura di Alcides Silva -Traduzione Anna Fodale

 

Dalla sartia... alla baderna

Tutte le parole hanno una storia

 

Nell’antichitá, le persone erano prive di cognomi. O erano conosciute con il nome del padre (“Beato te, Simone figlio di Giona”, Matteo, 16, 17) da qui il termine patronimico: Álvares (figlio di Álvaro), Fernandes (figlio di Fernando), Lopes (figlio di Lobo), Marques (figlio di Marco), Rodrigues (figlio di Rodrigo); oppure il nome poteva provenire dal luogo di residenza o da quello di provenienza: Silva, Matos, Campos, Prado, quando venivano cresciuti o educati nelle foreste, nei boschi, nelle campagne; Oliveira, negli uliveti; Pereira, nei pereti; Albuquerque, paesino del Portogallo, Camargo, nome di una cittá spagnola; Melo, paesino della Beira Baixa, in Portogallo, Paiva, fiume del Portogallo; oppure si poteva prendere il nome dalla professione esercitata: Ferraz e Ferreira (dal latino ferraria = miniera di ferro), chi modellava il ferro, Chaves, chi faceva le serrature, Machado, colui che fabbricava o vendeva le scuri.

Parlando delle differenze di concetto che hanno le parole in Brasile e Portogallo, puó essere citato il termine baderna, che qui significa confusione, disordine, mentre nelle terre lusitane il termine viene usato per qualificare una persona considerata inutile, a causa della vecchiaia o della malattia.

Come tutte le parole, anche questa ha una storia: baderna era il nome che veniva dato ad un paletto al quale venivano legate le corde o i cavi che fissavano le vele delle antiche navi. Poteva anche assumere il significato di “parte inferiore dell’albero maestro”. Probabilmente fu un ancestrale marinaio, che lavorava con questo metodo nautico, che diede origine al cognome italiano “Baderna”.

Antonio Baderna era un medico di Piacenza, Italia, nel 1828 ebbe una figlia, Marietta Baderna, che fin da piccola, dimostrava una propensione alla danza classica. A dodici anni, la bambina debuttò nei palchi della sua città e con il tempo calcò i palchi più disputati della sua patria e di tutta l’ Europa. Divenne famosa.

In quell’epoca, tuttavia, l’Italia si trovava sotto il dominio austriaco, e contemporaneamente allo sviluppo del Risorgimento, gruppo di associazioni segrete che lottavano per la libertà della patria, ci fu un inasprimento del potere dominante. Ciò provocò la chiusura di scuole e teatri, e la proibizione di spettacoli pubblici, assieme alla censura delle arti e delle manifestazioni popolari, che il Brasile conobbe nel post-golpe del 1964.

Perseguitati, Antonio Baderna e figlia, nel 1849 circa (secondo l’Aurelio è XXI sec., mentre Houaiss indica il 1851 come data), arrivarono in Brasile, stabilendosi a Rio de Janeiro. Per guadagnarsi da vivere, Marietta comincià a rappresentare nei teatri carioca diventando rapidamente la diva, la primadonna, la più notevole ballerina che passò di li.

Reinaldo Pimenta, in “La casa della Madre Joana”, racconta che il successo della ballerina fu tale che si formò una legione di fans appassionatissimi, molto entusiasti, a tal punto da discutere e litigare a causa sua nelle strade. Furono subito soprannominati badernistas e da li nacque la parola baderna con la connotazione di “gruppo di ragazzi attaccabrighe, confusione, disordine.” Nel 1889, il dizionario di Antônio Joaquim de Macedo Soares fu il primo a registrare la parola con il significato di “combriccola danzante”.

Dall’aggettivo badernista, derivó il sostantivo baderneiro, colui che provoca, liti, disordini, conflitti. E baderna, che dapprima era, secondo Michaellis “gerlo sottile che serve a fissare i raccoglitori quando si stringe la sartia”, cominció ad assumere il significato di “gruppo di ragazzi, buontemponi” far baldoria, essere bohémienne, far le notti brave e da li far confusione e altri termini che si potevano dare come baldoria, vagabondaggio, ubriacarsi, divertimento, bisboccia, festa, far niente, girovagare, follia, oziare, fannullaggine, baldoria, bagordo, piacere, scherzo, scherno.

Per semplificare, “gerlo” è un cavo sottile, con vari usi a bordo; “raccoglitore” e un sottile cavo utilizzato per fissare le vele; “sartia” è l’insieme di cavi che tengono fermi gli alberi della nave.

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