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A cura di Giancarlo Perlo

Corna

Per un italiano è quasi impossibile parlare senza muovere le mani: i gesti sono parte integrante della nostra comunicazione e costituiscono un vero e proprio linguaggio, con le sue regole, i suoi codici e le sue "parole".

Fare le corna

Uno dei gesti universalmente conosciuti in Italia è quello detto "fare le corna". Per "fare le corna" bisogna piegare il medio, il pollice e l'anulare di una mano, lasciando indice e mignolo puntati in avanti. Il gesto suggerisce, come dice il nome, la forma delle corna di un animale.

Il gesto ha un carattere offensivo e può essere usato nei confronti di un altro uomo col significato di: "tua moglie ti sta tradendo". Si tratta di un grave insulto, ma il suo uso non implica necessariamente il fatto che chi offende sia davvero a conoscenza dell'avvenuto tradimento. Viene usato per esempio fra automobilisti (che vanno sempre troppo lentamente o troppo velocemente e comunque non sanno guidare) o allo stadio, contro l'arbitro della partita.

Dal gesto sono derivati il verbo "cornificare" (tradire il proprio uomo, cioè "fargli portare le corna") e l'aggettivo "cornuto" (quest'ultimo pure usato come insulto in frasi tipo: "sei un cornuto"). "Cornuto" corrisponde al portoghese "cornudo" ed è presente in tutte le lingue dell'area mediterranea più o meno con lo stesso significato.

Le corna dietro la testa

Accanto a quest'uso offensivo, le corna sono utilizzate anche più scherzosamente, di solito nelle foto di gruppo. In questi casi il gesto delle corna viene fatto dietro la testa di qualcuno e a sua insaputa mentre viene scattata la foto. Un esempio famoso di questo tipo sono le corna fatte dal primo ministro Berlusconi dietro la testa del Ministro degli Esteri spagnolo Piquè durante una foto di gruppo alla fine di un incontro internazionale della Comunità Europea nel 2002.

 

 

Corna e cornetti

Infine il gesto delle corna è usato anche come atto di scongiuro, per scacciare la sfortuna o proteggersi da essa. In questo caso il gesto non viene rivolto contro nessuno (in realtà è diretto contro la malasorte o "iella", come viene spesso chiamata in Italia) e la sua origine può essere facilmente ricondotta all'uso di corna o cornetti con funzione scaramantica e di protezione dalla malasorte.

Ancora oggi un piccolo corno rosso (preferibilmente di corallo, ma più spesso di plastica) si può spesso trovare appeso dentro le automobili con lo scopo di scongiurare i pericoli della guida. Si racconta che il leader del Partito Comunista Palmiro Togliatti portasse sempre con se un cornetto rosso portafortuna.

Fare le corna, in quest'ultimo significato, è un gesto così comune che a volte non è nemmeno necessario farlo: basta dirlo! Per questo è possibile ascoltare anche un dialogo così:
- Come va la tua salute in questo periodo?
- Bene, facciamo le corna!

Le più famose corna "politiche" risalgono al 1975 e si devono all'allora presidente della repubblica Giovanni Leone. In quell'anno a Napoli, città d'origine di Leone, c'era una grave epidemia di colera. Il Presidente, in visita a Pisa, venne contestato da un gruppo di studenti, i quali gli augurarono di prendersi pure lui il colera. Al ché Leone, da bravo napoletano, reagì contro gli iettatori (cioè coloro che gli auguravano sfortuna) facendo le corna, addirittura con tutte e due le mani.

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