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Home Libri  Archivio Ritratti Grande Edgar in italiano (Luís Veríssimo) (página em português)
Traduzione Giancarlo Perlo

 

Grande Edgar

Vi sarà già capitato.

- Non ti ricordi di me?

Voi non vi ricordate di lui. Cercate, freneticamente, in tutte le schede immagazzinate nella memoria il suo volto e il nome corrispondente e non lo trovate. E non c'è tempo di cercare nell'archivio disattivato. Lui sta lì, di fronte a voi, sorridendo, con gli occhi illuminati, anticipando la vostra risposta. Vi ricordate o non vi ricordate?

A questo punto, avete una scelta. Ci sono tre strade possibili. Una, quella corta, rude e sincera.

- No.

Non vi ricordate di lui e non avete ragione di nasconderlo. Quel "No" può persino insinuare un rimprovero nei confronti della domanda. Non si fa una domanda così, potenzialmente imbarazzante, a nessuno, mio caro. Per lo meno non fra persone educate. Dovresti vergognarti. Non mi ricordo di te e anche se mi ricordassi non lo direi. Stammi bene.

Un'altra strada, meno onesta ma ugualmente ragionevole è quella della dissimulazione.

- Non me lo dire. Tu sei... sei...

"Non me lo dire", in questo caso, vuole dire "Dimmelo, dimmelo". Fate affidamento sulla sua compassione e sapete che presto o tardi egli si identificherà, per mettere fine alla vostra angoscia. Oppure potete dire qualcosa come:

- Scusami, dev'essere la vecchiaia, ma...

Anche questo è un appello alla compassione. Significa "Non torturare un povero smemorato, dimmi subito chi sei!" É una maniera simpatica di dire che non avete la minima idea di chi egli sia, ma che ciò non è dovuto alla sua poca importanza ma piuttosto a mancanza di neuroni da parte vostra.

E c'è la terza strada. Quella meno razionale e raccomandabile. Quella che conduce alla tragedia e alla rovina. E quella che, naturalmente, voi scegliete.

- Certo che mi ricordo di te!

Il fatto è che non volete offenderlo. Ci sono dimostrazioni statistiche che il desiderio di non offendere gli altri sta all'origine della maggior parte dei disastri sociali, ma voi non volete che lui pensi di aver attraversato la vostra vita senza lasciare nessuna traccia. E, d'altra parte, dopo aver pronunciato quella frase non c'è modo di tirarsi indietro. Avete fatto un salto nel baratro. Sia fatta la volontà di Dio. E ancora aggiungete:

- Da quanto tempo!

Adesso tutto dipende dalla sua reazione. Se è un mascalzone, vi sfiderà.

- Bene, allora dimmi chi sono.

In questo caso non avete altra via di uscita se non simulare un attacco cardiaco e aspettare, facendo finta di essere svenuto, che l'ambulanza venga a salvarvi. Ma egli potrebbe essere misericordioso e dire solo:

- È proprio così.
Oppure:
- Ne è passato di tempo.

Avete guadagnato tempo per cercare meglio nella memoria. Chi è questo volto, Dio mio? Mentre rovistate dentro scatole con antichi schedari impolverati e pieni di ragnatele nel fondo del cervello, lo mantenete a distanza con frasi neutre come piccole "stoccate" verbali.

- Come te la sei passata?
- Bene, bene.
- Sembra incredibile.
- Caspita.

(Un collega di scuola. Del servizio militare. Sarà un parente? Chi è questo volto, Dio mio?)

Ed egli sta parlando:

- Pensavo che non mi avresti riconosciuto...
- E perché mai?!
- No, perché a volte si rimane delusi con le persone.
- E io mi sarei dimenticato di te? Proprio di te?
- Le persone cambiano. Non si sa mai.
- Che idea!

(É Ademar! No, Ademar è già morto. Siete stati al suo funerale. É... è... come era il suo nome? Aveva una gamba artificiale. Rezende! Ma come fare a sapere se ha una gamba artificiale? Potreste dargli un calcetto, amichevolmente. E se poi date un calcio alla gamba buona? Bisogna provare con tutte e due. "Che bello incontrarti!" e paf, un calcio a una gamba. "Che nostalgia!" e paf, un calcio all'altra. Chi è questo volto?)

- É incredibile come si perdono i contatti.
- Davvero.

Un tentativo. É una mossa rischiosa, ma in questi momenti bisogna essere audaci.

- Hai più visto qualcuno della vecchia compagnia?
- Soltanto Pontes.
- Vecchio Pontes!

(Pontes. Conoscete qualche Pontes? Per lo meno adesso avete un nome con cui lavorare. Un'altra scheda da rintracciare in soffitta. Pontes, Pontes...)

- Ti ricordi di Croarê?
- Certo!
- Lo incontro qualche volta, al tiro al bersaglio.
- Vecchio Croarê!

(Croarê. Tiro al bersaglio. Non conoscete nessun Croarê e non avete mai praticato il tiro al bersaglio. É inutile. Le tracce non aiutano. Decidete di dimenticare ogni cautela e di lanciarvi con una mossa decisiva. Una mossa disperata. L'ultima, prima di ricorrere all'infarto.)

- Rezende...
- Chi?

Non è lui. Per lo meno questo è chiaro.

- Non c'era un Rezende nella compagnia?
- Non ricordo.
- Si vede che mi confondo.

Silenzio. Sentite di essere sul punto di essere smascherati.

- Sai che Ritinha si è sposata?
- No!
- Si è sposata.
- Con chi?
- Credo che non lo conosci. Con Bituca.

Avete abbandonato tutti gli scrupoli. Al diavolo la cautela. Dal momento che la brutta figura è inevitabile, che sia totale, completa. Siete in preda a una sorta di euforia terminale. Di delirio del baratro. Come sarebbe che non conoscete Bituca?

- Certo che l'ho conosciuto! Vecchio Bituca...
- Bè si sono sposati...

É la vostra possibilità. É la via di uscita. Passate all'attacco.

- E non mi hanno avvisato?!
- Bè...
- No. Aspetta un momento. Tutte queste cose che succedono, Ritinha che si sposa con Bituca, Croarê che va a sparare, e nessuno mi avvisa di niente?!
- É che abbiamo perso i contatti
- Ma il mio nome sta sull'elenco, mio caro. Bastava darmi una telefonata. Mandare un invito.
- É...
- E tu per giunta pensavi che non ti avrei riconosciuto. Siete voi che vi siete dimenticati di me!
- Scusa, Edgar. É che...
- Non c'è niente da scusare. Hai ragione. Le persone cambiano...

(Edgar. Vi ha chiamato Edgar. Voi non vi chiamate Edgar. Si è confuso con qualcun altro. Anche lui non ha la minima idea di chi siete. La cosa migliore è finirla subito. Approfittare del fatto che egli sta sulla difensiva. Guardare l'orologio e far la faccia di "Di già?!")

- Devo andare. Bè, è stato un piacere incontrarti, hai visto?
- Certo, Edgar. E scusami, eh?
- Non fa niente. Bisogna che ci rivediamo.
- Sì.
- Dobbiamo riunire la vecchia compagnia.
- Certo.
- E guarda, quando parli con Ritinha e Mutuca...
- Bituca.
- E Bituca, digli che gli ho mandato un bacio. Ciao!
- Ciao, Edgar!

Mentre vi allontanate, lo sentite ancora, soddisfatto, che dice "Grande Edgar". Ma giurate che è l'ultima volta che lo farete. La prossima volta che qualcuno vi domanderà "Mi riconosci?" non direte né sì né no. Scapperete di corsa.

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